GRAIN MARKET VIEW
Aggiornamento del 04/07/2023
Buongiorno, Famiglia Contadina…
I mercati mondiali
Stati Uniti
I mercati agricoli statunitensi hanno chiuso in modo misto, ma per lo più in ribasso lunedì.
I prezzi del mais sono diminuiti dello 0,10%.
I semi di soia sono saliti di un altro 1,79%.
I prodotti derivati dalla soia hanno visto la farina di soia diminuire dello 0,53%, mentre l’olio di soia è aumentato di circa il 3,2%.
I prezzi del grano sono scesi in tutti e tre i mercati, con Chicago che ha quotato l’SRW in calo dell’1,42%,
Kansas City ha visto l’HRW scendere dello 0,44% e Minneapolis ha quotato l’HRS in ribasso dello 0,95%.
La soia è aumentata ancora sulla stima incredibilmente bassa delle piantagioni dell’USDA mostrata venerdì.
I prezzi del mais invece sono rimasti sotto pressione a causa di una cifra sulle piantagioni di mais negli Stati Uniti più grande del previsto.
I prezzi del grano sono scesi, dopo le voci secondo cui l’UE sarebbe pronta a fare concessioni bancarie alla Russia per un rinnovo del corridoio sul Mar Nero.
I dati settimanali sulle ispezioni alle esportazioni hanno evidenziato che il mais ispezionato ha raggiunto le 642.900 tonnellate la scorsa settimana.
Gli analisti si aspettavano generalmente di vedere un conteggio più alto.
I totali cumulativi per la campagna di commercializzazione 2022/23 continuano ad avere una tendenza fortemente al di sotto del ritmo dello scorso anno, con 33,12 MMT, rispetto ai 48,3 MMT di un anno fa.
Per quanto riguarda la soia, le ispezioni sono aumentate attestandosi a 250.055 tonnellate.
Tuttavia, questa cifra rientrava nella fascia bassa delle stime commerciali.
I totali cumulativi per l’anno di commercializzazione 2022/23 sono ancora leggermente al di sotto del ritmo dello scorso anno, con 49,42 MMT, rispetto ai 51,88 MMT di un anno fa.
Per quanto riguarda il grano, le ispezioni sono state maggiori rispetto alla settimana precedente, avendo raggiunto le 336.349 tonnellate.
Questa cifra, ricadeva nella fascia più alta delle ipotesi commerciali.
Tuttavia, i totali cumulativi per la nuova campagna di commercializzazione hanno avuto un inizio piuttosto lento, con sole 1,09 MMT ispezionate dall’inizio di giugno, rispetto a 1,61 MMT di un anno fa.
Il rapporto mensile Grain Crushing ha mostrato 437,54 mbu di mais utilizzati per la produzione di etanolo a maggio.
Gli operatori commerciali stavano cercando 431,3 mbu.
Ciò ha fissato il totale della stagione a 3.835 bbu, ovvero il 73% delle previsioni con il quarto trimestre ancora rimanente.
Salvo tagli alle previsioni, la produzione dovrà attestarsi in media a 471,5 mbu/mese per raggiungere i 5,25 bbu previsti.
Il quarto trimestre dello scorso anno però, ha registrato una media di 440,2 mbu/mese.
Per quanto riguarda la soia, il NASS ha riferito che i frantoi hanno lavorato 189,28 mbu di soia a maggio.
È stato un record per il mese ed un aumento del 4,6% rispetto a maggio ’22.
La produzione della stagione ha raggiunto 1.683 bbu fino a maggio, anch’essa un record, ed è al 75,8% delle previsioni dell’USDA.
Il rapporto Fats and Oils ha anche registrato 4,183 milioni di tonnellate di produzione di farina di soia e 2,228 libbre di produzione di olio di soia per il mese.
Le scorte di farina di soia, a 388,7k tonnellate, sono diminuite del 25% nel mese.
Le scorte di olio di soia sono state indicate a 2.836b lbs.
In questo contesto, le basi sul mais hanno mostrato una certa variabilità, dopo essere aumentate fino a 30 centesimi in più presso un trasformatore del Nebraska e aver perso fino a 15 centesimi in meno in un terminal dell’Ohio.
Le basi sulla soia sono state da stabili a miste negli Stati Uniti centrali dopo essere aumentate di ben 15 centesimi in un trasformatore dell’Illinois e diminuite di ben 25 centesimi in un trasformatore dell’Indiana.
Dopo la chiusura delle sessioni, il rapporto Weekly Crop Progress dell’USDA ha mostrato che le condizioni del raccolto di mais sono migliorate di 1 punto rispetto alla scorsa settimana, poiché il 51% delle aree a mais è ora giudicato in condizioni da “buone a eccellenti”.
La valutazione delle condizioni della soia è peggiorata di 1 punto, con il 50% della superficie coltivata ora giudicata in condizioni da “buone a eccellenti”.
Il rapporto mostrava una fioritura della soia al 24%.
Questo dato è aumentato rispetto al 10% della scorsa settimana ed è di 4 punti in più rispetto alla media.
Le condizioni del grano primaverile sono peggiorate scendendo di 2 punti rispetto alla scorsa settimana, con il 48% delle aree classificate come “da buone a eccellenti”.
La raccolta del grano invernale sta progredendo rapidamente, con il 37% della superficie ora raccolta, rispetto al 24% stimato lunedì scorso, ma al di sotto del ritmo medio del 46%.
Il NASS ha valutato il raccolto invernale al 40% come buono/eccellente.
Tuttavia, va notato che l’impatto delle recenti piogge non è stato ancora incluso in questo monitoraggio.
Gran parte del Corn Belt potrebbe vedere ulteriori precipitazioni per un totale di 0,5 “a 1” tra martedì e venerdì.
Le nuove previsioni da 8 a 14 giorni prevedono un clima più piovoso per la maggior parte del Midwest e delle pianure tra il 10 luglio e il 16 luglio, con condizioni più fresche del normale per la regione orientale del Corn Belt e dei Grandi Laghi.
Il mercato è stato chiuso oggi in occasione del Giorno dell’Indipendenza e riprenderà mercoledì pomeriggio.
Canada
l’Alberta Crop Report per la settimana terminata il 27 giugno ha mostrato che sono state registrate piogge sparse in tutta la provincia, con temporali diffusi.
Sebbene le precipitazioni siano state per lo più definite benefiche per i raccolti, sono stati rilevati problemi di inondazioni in alcune parti della regione nord-occidentale.
I livelli di umidità del suolo tuttavia, sono rimasti sub-ottimali in alcune zone aride delle regioni meridionali e centrali.
Le condizioni del grano primaverile sono state valutate al 45% buone/eccellenti (51% una settimana fa, 82% un anno fa), l’orzo era al 40% (46% una settimana fa, 76% l’anno scorso) e la colza era al 43% (49% e 71%).
Tuttavia, è necessario sottolineare che le precipitazioni di giugno hanno decisamente migliorato i livelli di umidità del suolo in tutte le regioni.
Sud America
Il secondo raccolto di mais del Brasile dovrebbe raggiungere i 102,9 milioni di tonnellate nel 2023.
Lo ha dichiarato lunedì AgRural, aumentando così la sua previsione di maggio quando prospettava 97,9 milioni di tonnellate.
La ragione, è ovviamente legata al clima favorevole.
Gli agricoltori del centro-sud hanno raccolto fino a giovedì scorso il 17% della superficie coltivata, secondo AgRural.
Si tratta di un aumento di 8 punti percentuali rispetto alla settimana precedente, anche se ancora è in ritardo rispetto ai livelli dell’anno scorso (31%).
Nonostante quindi sia stato piantato al di fuori della finestra climatica ideale, la produzione del cosiddetto mais safrinha, che viene piantato dopo aver raccolto la soia, sarà abbondante.
Anche StoneX, un’altra società di consulenza del settore agroalimentare, lunedì ha alzato la propria proiezione sulla seconda produzione di mais portandola a 105,2 milioni di tonnellate dai 102,9 milioni di tonnellate previsti a giugno.
In Argentina, il Rosario Grains Exchange ha riferito che i frantoi argentini hanno lavorato 6,4 MMT di semi di soia tra aprile e maggio.
Si tratta del volume più basso degli ultimi 15 anni.
Le esportazioni argentine di grano, semi oleosi e loro derivati hanno totalizzato 1,58 miliardi di dollari a giugno, in calo del 59% rispetto all’anno precedente.
Secondo quanto affermato dalla CIARA-CEC, la camera degli esportatori di cereali e dei frantoi, i ricavi delle esportazioni di giugno sono diminuiti del 62% rispetto al mese precedente, e sono diminuiti del 42% nella prima metà dell’anno, poiché il paese ha dovuto affrontare una grave siccità.
Europa
In Europa, i prezzi dei cereali hanno esteso le loro perdite con il grano in calo del 2%, poiché il nuovo raccolto sta progredendo in molte aree di produzione.
Nello specifico, il grano quotato su Euronext ed in consegna a settembre ha chiuso in calo del 2,0% a 226,00 euro ($ 246,61) per tonnellata, dopo aver toccato in precedenza 225,50 euro.
Il grano ha subito queste perdite, anche perché sul mercato ha pesato molto la concorrenza delle esportazioni dalla regione del Mar Nero, con prezzi bassi offerti sia per il grano russo che per quello rumeno.
Alcuni commercianti hanno riferito che è stata offerta una partita di grano russo di 50.000 tonnellate col 12,5% di proteine a 233 dollari a tonnellata.
Nel mentre, la scorsa settimana, ci sono state diverse spedizioni di grano da macina tedesco ognuna di circa 30.000 tonnellate verso il Nord Africa, con ogni probabilità dirette in Marocco.
Le vendite riguardavano grano vecchio raccolto col 12,5% di proteine venduto a 6-7 euro a tonnellata meno rispetto alla quotazione Euronext di Settembre e grano con l’11,5% di proteine venduto a 9 euro meno rispetto al contratto di settembre.
Come si può ben capire si tratta di prezzi ancora decisamente alti rispetto alle offerte provenienti dal Mar Nero.
Inoltre, ieri c’è stata anche la notizia che l’UE è pronta a fare concessioni bancarie alla Russia per il corridoio sul Mar Nero.
Ciò, ovviamente, non è stato di sostegno ai prezzi.
Tuttavia, è necessario continuare a monitorare le rese man mano che i raccolti progrediscono.
Mentre i risultati dell’orzo invernale finora sono stati molto soddisfacenti, le rese di altre colture sono state deludenti.
A tal proposito, ad esempio, l’associazione degli agricoltori tedeschi DBV, stima che il raccolto di grano invernale tedesco diminuirà di circa il 7% su base annua a circa 20,59 milioni di tonnellate, poiché le colture hanno sofferto un clima caldo e secco.
Per quanto riguarda i semi oleosi, invece, la colza ha guadagnato il 2% portandosi al massimo di due settimane.
L’aumento si è verificato, sulla scia della soia e della canola canadese, entrambe in rialzo.
Il contratto di agosto infatti ha proseguito l’ampio rally dei semi oleosi alimentato dalla stima dell’USDA di venerdì.
Ma a sostenere i prezzi della colza, vi è stato anche un netto taglio da parte di Strategie Grains alle proprie previsioni sul raccolto di colza dell’UE.
Nello specifico, Strategie Grains ha abbassato le sue previsioni di oltre 600.000 tonnellate, portandole a 19,8 milioni di tonnellate.
Si tratta ovviamente di un calo rispetto ai 20,4 milioni di tonnellate precedentemente stimati, ma è ancora di circa 400.000 tonnellate in più rispetto al raccolto dell’anno scorso.
La principale riduzione è stata fatta sulla Germania, con una previsione in calo di 200.000 tonnellate.
Le prospettive del raccolto invece sono ancora da soddisfacenti a buone in Francia e nei paesi dell’UE centrale ed orientale.
Sul fronte dell’import, Strategie Grains ha alzato le previsioni sugli acquisti di colza ucraina, data l’elevata redditività di tale origine.
Tuttavia, ha ridotto la sua stima per le importazioni di girasole ucraino, citando un surplus esportabile inferiore nel paese.
Inoltre, Strategie Grains ha ridotto anche le previsioni per il raccolto di girasole dell’UE di circa 350.000 ton portandolo a 10,9 milioni di ton.
Tuttavia, questo è ancora il 19% in più rispetto allo scorso anno.
Le stime di produzione inferiori hanno spinto Strategie Grains a ridurre anche le prospettive sulle scorte di colza e girasole alla fine di giugno 2024, anche se i saldi sono rimasti ancora in attivo.
Su questa stessa scia, gli agricoltori tedeschi della DBV hanno dichiarato che il raccolto di colza invernale dovrebbe diminuire del 4% su base annua a circa 4,11 milioni di tonnellate.
Ucraina
Secondo quanto riferito dal ministero dell’agricoltura, al 29 giugno, il raccolto di orzo invernale era stato completo al 6%, con rese medie stimate pari a 3,4 t/ha.
Per quanto riguarda grano e colza i progressi nel raccolto erano inferiori all’1%.
Le esportazioni di cereali dal paese nei primi giorni di luglio, inizio nuova stagione (luglio-giugno 2023/24), ammontavano a 34.000 tonnellate.
Si tratta della metà rispetto allo stesso periodo del 2022.
Il ministero ha affermato che il volume esportato finora includeva 9.000 tonnellate di grano e 25.000 tonnellate di mais.
Secondo quanto riferito, i rappresentanti russi del Centro di coordinamento congiunto hanno smesso di ispezionare le navi in arrivo.
In effetti, il ministro degli Esteri russo ha ribadito che il Corridoio del grano non aiuta i Paesi più poveri.
Ha anche affermato che il mancato rispetto dell’accordo è stato “oltraggioso”.
Tuttavia, ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ed il cancelliere tedesco Olaf Scholz hanno chiesto un’estensione dell’accordo.
Le esportazioni di cereali ucraini nell’intera stagione 2022/23 si sono attestate a quasi 49 milioni di tonnellate, superando il livello della stagione precedente di 48,4 milioni di tonnellate.
Russia
La scorsa settimana il Ministero dell’Agricoltura russo ha comunicato la fine della campagna di semina.
Secondo i dati preliminari, sono stati seminati 55,6 milioni di ettari, un numero superiore rispetto allo scorso anno ed in linea con i piani statali.
La campagna di raccolta è iniziata al sud.
Al 29 giugno, gli agricoltori avevano raccolto 2,4 milioni di tonnellate di grano in peso lordo rispetto a 1,2 milioni di tonnellate del 2022, con rese medie di 3,98 tonnellate per ettaro (contro 4,12 tonnellate per ettaro un anno fa).
I modelli meteorologici prevedono per lo più tempo secco nel sud.
Questo consentirà una accelerazione del raccolto.
Il paese ha concluso l’anno 2022-2023 con una esportazione di cereali record stimata tra 58 e 59 milioni di tonnellate, secondo quanto riferito lunedì dall’agenzia RIA Novosti.
Sovecon, dal canto suo, ha alzato la propria stima sulle esportazioni totali di grano russo a giugno di 300.000 tonnellate portandola a 3,5 milioni di tonnellate.
Si tratta di un livello record per il mese, confrontandolo con 1,0 milioni di tonnellate del giugno 2022, ma anche rispetto a 1,4 milioni di tonnellate esportate in media.
Scendendo nei dettagli, secondo i dati portuali, la Russia ha esportato 920.000 tonnellate di cereali la scorsa settimana.
Si tratta di un quantitativo leggermente inferiore al 1,0 milioni di tonnellate della settimana precedente.
Le esportazioni della scorsa settimana comprendevano 750.000 tonnellate di grano, un quantitativo inferiore rispetto alle 970.000 tonnellate della settimana precedente.
In questo contesto, Eduard Zernin, presidente del consiglio di amministrazione dell’Unione russa degli esportatori di grano, ha affermato che la stima sulle esportazioni russe fatta illo tempore dal ministero dell’Agricoltura è stata accurata.
Gli esportatori, a quanto pare hanno superato le barriere sanzionatorie nascoste, imposte da alcuni paesi occidentali ha affermato Zernin, aggiungendo che la stima del ministero sulla potenziale esportazione nella stagione 2023-2024 è pari a 50-55 milioni di tonnellate.
Ieri, ci sono stati anche rapporti secondo cui la Commissione Europea stava valutando la possibilità di consentire alla Russian Agricultural Bank di istituire una filiale per riconnettersi allo SWIFT e gestire i pagamenti relativi alle esportazioni di grano.
Ovviamente, la condizione è una: rinnovare l’accordo sul Mar Nero.
In questo contesto, i prezzi all’esportazione del grano russo sono leggermente aumentati la scorsa settimana.
Ciò è dipeso dalla continua e forte domanda da parte degli importatori.
Secondo l’IKAR, il prezzo del nuovo raccolto di grano russo con il 12,5% di contenuto proteico, reso franco a bordo (FOB) sul Mar Nero, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, è stato quotato alla fine della scorsa settimana a 232 dollari per tonnellata, ovvero in aumento di $1 rispetto ai 231 dollari della settimana precedente.
I prezzi di acquisto interni per il grano di quarta categoria, con proteine al 12,5%, presso i terminal portuali del Mar Nero e del Mare d’Azov per il sopra indicato periodo di riferimento sono stati:
Azov – 13500 (+500) RUB/t;
Novorossijsk – 15.000 (+500) RUB/t;
Rostov sul Don – 13500 (+500) RUB/t;
Taganrog – 11700 (0) RUB/t;
Taman – 15.000 (+500) RUB/t;
La valuta russa ha perso oltre il 10% rispetto al dollaro a giugno ed oltre il 15% nel secondo trimestre.
Un rublo più debole ha reso i prezzi del grano russo ancora più competitivi, poiché gli importatori acquistano in rubli e vendono in dollari USA.
Ciò, ha fatto sì che aumentasse la domanda, sostenendo in parte anche i prezzi locali.
Nel frattempo, è stata istituita una quota aggiuntiva per l’esportazione di grano dalla Russia pari a 814,8 mila tonnellate.
La quantità è stato stabilita sulla base delle dichiarazioni degli esportatori, che in parte avevano subito una riduzione delle loro quote originariamente attribuite.
tra le altre informazioni, dal 5 luglio 2023, i dazi doganali per il frumento ed il semolato saliranno a 2.609,6 rubli/t (+136,3 / +5,51%), per l’orzo rimarranno a zero rubli/t (0 / – — -), per il mais scenderanno a 832,7 rubli/t (-105,1 / -11,21%).
Australia
La mancanza di entusiasmo nei mercati locali australiani è forse attribuibile alle continue piogge, insieme alla volatilità dei mercati statunitensi dopo i rapporti dell’USDA di venerdì scorso.
La Russia continua ad essere un punto di riferimento importante, sia per il prezzo dei cereali in quanto tale, che per le oscillazioni della valuta australiana, ultimamente seguite più attentamente rispetto al prezzo del grano Soft Red Winter di Chicago.
Il raccolto attuale in consegna a Darling Downs ha trovato un po’ di mercato nel corso della giornata di ieri con l’inizio tanto atteso del nuovo anno finanziario.
Alcune piogge notturne aiuteranno gli acquirenti, dato che sono previsti circa 15 mm di pioggia nel Southern Downs.
Il mercato del sud è stato un po’ più lento, con i cereali da foraggio che hanno mostrato moderati segnali di debolezza.
Dall’inizio di maggio Victoria ha registrato circa il 150% delle precipitazioni normali, ma il rischio di El Niño rimane e l’effetto meteorologico sui risultati del raccolto, come sappiamo, dipende tutto dalla stagione primaverile.
Nel frattempo, meno della metà della superficie coltivata a grano è stata finora piantata nelle pianure nord-occidentali del Nuovo Galles del Sud e le speranze di un aumento significativo si basano solo sulle previsioni di pioggia per questa settimana.
Il Bureau of Meteorology prevede fino a 25 mm di pioggia da oggi a giovedì, ma gli agronomi affermano che sono necessari più di 50 mm per poter ripristinare le riserve idriche del sottosuolo.
Per quanto riguarda la canola, di sicuro questo è stato il prodotto che più ha beneficiato dei rapporti dell’USDA di venerdì.
I valori locali hanno preso piede con i coltivatori di Melbourne che offrivano già il raccolto 2023-24 ad un prezzo superiore ai 700 $/t.
A ben vedere, però,se consideriamo quanto si è visto nelle ultime 2 stagioni, potrebbe rappresentare anche un buon rapporto qualità-prezzo.
Le aste internazionali
Mais
Il principale produttore sudcoreano di mangimi, Nonghyup Feed Inc. (NOFI), ha acquistato lunedì mais uso zootecnico di origine facoltativa in una gara internazionale per un quantitativo massimo di 138.000 tonnellate.
Il volume preciso non è stato chiaro, ma si pensa fosse vicino a 138.000 tonnellate, con alcune stime iniziali che parlavano di 136.000 tonnellate.
Il mais è stato acquistato in due partite entrambe per la seconda posizione di spedizione ricercata ovvero in arrivo intorno al 25 novembre in Corea del Sud.
Una spedizione è stata in parte acquistata al prezzo definitivo di $ 240,70 per tonnellata C&F, ma con alcuni acquisti hanno avuto un premio aggiuntivo di 113,69 centesimi di dollaro per staio C&F, rispetto al contratto del mais quotato a Chicago con scadenza dicembre 2023.
Tutti gli acquisti prevedevano un premio aggiuntivo pari a $ 1,25 per tonnellata, qualora vi fosse più di un porto di scarico.
Si ritiene che il venditore fosse Viterra.
La seconda spedizione è stata acquistata al prezzo definitivo di $ 239,54 per tonnellata C&F, più un sovrapprezzo di $ 1,50 per tonnellata per ulteriori sbarchi portuali.
Si ritiene che il venditore fosse la società commerciale Sierentz.
In una gara separata tenutasi martedì, nella quale veniva richiesto un massimo di 69.000 tonnellate di mais per uso zootecnico, si ritiene che la Feed Leaders Committee (FLC) della Corea del Sud abbia rifiutato tutte le offerte ricevute e non abbia effettuato acquisti, poiché i prezzi presentati sono stati considerati troppo alti.
Si ritiene che il prezzo più basso presentato nell’offerta fosse di $ 239,99 per tonnellata metrica c&f, più un supplemento di $ 1,25 per tonnellata per scarichi portuali aggiuntivi.
Il prodotto è stato offerto dalla casa commerciale Olam per 68.000 tonnellate.
La gara prevedeva l’arrivo del mais in Corea del Sud intorno al 25 novembre.
La mancanza di indicazioni sui prezzi da Chicago ha comportato una partecipazione insolitamente scarsa alla gara, con solo sei società commerciali che hanno presentato offerte.
La sezione Busan della Korea Feed Association (KFA), con sede in Corea del Sud ha acquistato sabato circa 66.000 tonnellate di mais per uso zootecnico in un affare privato senza emettere una gara d’appalto internazionale.
La sezione di Busan della KFA aveva rifiutato le offerte e non ha effettuato acquisti nella gara tenutasi venerdì, ma è ritornata sul mercato dopo che i futures sul mais di Chicago sono scesi ai minimi di circa 2 anni e mezzo.
Il mais nell’affare privato dovrebbe provenire facoltativamente dal Sud America o dal Sud Africa con il venditore libero di selezionare l’origine.
Il prodotto è stato acquistato ad una cifra stimata di $ 243,75 per tonnellata metrica c&f più un supplemento di $ 1,25 per tonnellata per ulteriori scarichi portuali.
Si ritiene che il venditore fosse la casa commerciale Cargill.
La spedizione è prevista tra il 7 ed il 26 settembre con arrivo previsto in Corea del Sud intorno al 5 novembre.
Se proveniente dal Sud Africa, devono essere fornite solo 50.000 tonnellate.
Grano tenero
L’ODC Tunisino ha indetto una gara per l’acquisto di 100.000t di grano tenero da macina.
La data di chiusura per la presentazione delle offerte è per il 5 luglio 2023.
Grano duro
L’ODC Tunisino ha indetto una gara per l’acquisto di 100.000t di grano duro.
La data di chiusura per la presentazione delle offerte è per il 5 luglio 2023.
I settori macroeconomici
Mercati energetici
I prezzi del petrolio sono scesi dell’1%, poiché le preoccupazioni per un rallentamento dell’economia globale ed i possibili aumenti dei tassi di interesse negli Stati Uniti hanno superato i tagli all’offerta annunciati per agosto da due dei principali esportatori quali Arabia Saudita e Russia.
Pertanto, i futures sul greggio Brent sono scesi dell’1%, o 76 centesimi, a 74,65 dollari al barile, mentre il greggio U.S. West Texas Intermediate è sceso dell’1,2%, o 85 centesimi, a 69,79 dollari.
Lunedì l’Arabia Saudita ha dichiarato che estenderà il suo taglio volontario di un milione di barili al giorno (bpd) per un altro mese, includendo agosto.
Anche la Russia ridurrà le esportazioni di petrolio di 500.000 barili al giorno ad agosto.
I tagli ammontano all’1,5% dell’offerta globale e portano il totale promesso dai produttori di petrolio OPEC+ a 5,16 milioni di barili al giorno.
Tuttavia, i prezzi del petrolio sono scesi dopo che i sondaggi aziendali hanno mostrato che l’attività industriale globale è crollata a giugno.
La domanda fiacca in Cina ed in Europa ha offuscato le prospettive per gli esportatori.
Questa mattina, i prezzi del petrolio però sono rimbalzati.
I futures sul greggio Brent sono infatti saliti di 34 centesimi, o dello 0,46%, a 74,99 dollari al barile alle 06:18 GMT.
Il greggio US West Texas Intermediate era a $ 70,12 al barile, in aumento di 33 centesimi, o dello 0,47%.
I fondamentali, però, non stanno influenzando così tanto la direzione dei prezzi come ci si aspetterebbe.
Al contrario, le prospettive macro incerte sono ciò su cui si concentra il mercato.
Noli internazionali
Nei mercati del trasporto marittimo, lunedì il principale indice del trasporto marittimo del Baltic Exchange ha registrato il livello più basso in due settimane, poiché la domanda è diminuita in tutti i segmenti di navi.
L’indice complessivo, infatti, è sceso di 23 punti, pari al 2,1%, a 1.068.
In particolare, l’indice capesize è sceso di 53 punti, o del 3,1%, a 1.651, in calo per la sesta sessione consecutiva.
I guadagni giornalieri medi per i capesize, che in genere trasportano carichi da 150.000 tonnellate come ferro e carbone, sono diminuiti di $ 441 a $ 13.692.
L’indice panamax è sceso di 16 punti, o dell’1,6%, a 1.014, toccando il livello più basso dal 22 febbraio.
I guadagni giornalieri medi per i panamax, che di solito trasportano carichi di carbone o grano da circa 60.000 a 70.000 tonnellate, sono scesi di $ 143 a $ 9.130.
Tra le navi più piccole, l’indice supramax è sceso di 2 punti a 747.
Mercati azionari
Gli indici azionari statunitensi hanno registrato guadagni modesti in una sessione di negoziazione sotto tono prima delle vacanze del 4 luglio.
La forza dei titoli tecnologici è arrivata da Tesla, che ha registrato un rialzo di oltre il +6%.
Rivian Automotive, un’altra società di veicoli elettrici, è salita del 17,4%.
Anche la forza dei titoli bancari regionali ha favorito il mercato più ampio.
Inoltre, le azioni statunitensi hanno beneficiato del supporto riportato da un rally delle azioni cinesi nel corso di lunedì dovuto alle notizie sulla produzione cinese migliori del previsto, e da un rally iniziale dell’Euro Stoxx 50 salito al massimo di 15 anni.
Tuttavia, gli indici azionari sono scesi dai loro migliori livelli a causa delle preoccupazioni economiche dopo che l’indice manifatturiero statunitense di giugno ISM è sceso inaspettatamente di -0,9 a 46,0, più debole delle aspettative di un aumento a 47,1 e il ritmo di contrazione più ripido in oltre tre anni.
Il sottoindice dei prezzi pagati ISM di giugno è sceso a -2,4 al minimo di 6 mesi di 41,8, un calo maggiore rispetto alle aspettative di 44,0.
Inoltre, un aumento delle aspettative di inflazione è stato negativo per le azioni dopo che il tasso di inflazione di pareggio a 10 anni è salito al massimo di 5 settimane.
La spesa in costruzioni negli Stati Uniti a maggio è aumentata dello 0,9% m/m, più forte delle aspettative di +0,6% m/m.
Di conseguenza, i rendimenti obbligazionari sono aumentati, con il rendimento dei titoli di Stato a 10 anni in aumento di +2,6 punti base al 3,862%.
In questo contesto, l’S&P 500 è salito a 4.455,59, il livello più alto da aprile 2022.
Il Dow Jones Industrial Average è avanzato dello 0,1% a 34.418,47 ed il Nasdaq Composite è salito dello 0,2% a 13.816,77.
Questa mattina, i mercati azionari asiatici sono stati misti dopo che la banca centrale australiana ha mantenuto invariato il suo tasso di prestito chiave.
Tokyo e Seoul sono scese.
Hong Kong e Sydney sono avanzate.
Shanghai è rimasta invariata.
In particolare, lo Shanghai Composite Index è rimasto stabile a 3.243,86, mentre il Nikkei 225 di Tokyo ha perso lo 0,9% a 33.445,55.
L’Hang Seng di Hong Kong è avanzato dello 0,4% a 19.393,33.
L’S&P-ASX 200 di Sydney ha guadagnato lo 0,5% a 7.280,80.
Il Kospi di Seoul ha perso lo 0,3% a 2.594,32 mentre l’indiano Sensex ha aperto in rialzo dello 0,1% a 65.292,46.
La Nuova Zelanda e Bangkok sono avanzate mentre Singapore e Jakarta sono diminuite.
Mercati valutari
L’indice del dollaro è salito dello 0,07% sulla base dell’opinione che la Fed continuerà ad aumentare i tassi di interesse.
Il dollaro, tuttavia, è sceso dai suoi livelli migliori dopo che l’indice manifatturiero ISM di giugno è sceso inaspettatamente al minimo di 3 anni.
Per quanto riguarda la coppia EUR/USD, questa è salita dello 0,03%, con l’euro che si è ripreso dalle perdite iniziali ed ha registrato guadagni modesti sui commenti di Nagel, che ha affermato che gli aumenti dei tassi della BCE non sono ancora terminati.
La coppia EUR/USD si era inizialmente mossa al ribasso dopo che il PMI manifatturiero S&P di giugno dell’Eurozona è stato rivisto al ribasso al minimo di 3 anni.
Per quanto riguarda la coppia USD/JPY, questa è salita dello 0,28%, con lo yen che è sceso moderatamente e si è stabilizzato appena sopra il minimo di 7 mesi e mezzo di venerdì scorso, sulla divergenza di opinioni delle banche centrali.
La Fed e la BCE infatti continuano ad alzare i tassi di interesse, mentre la BOJ mantiene il QE e tassi di interesse ai minimi storici.
Le perdite sullo yen sono state limitate grazie al miglioramento della fiducia delle imprese giapponesi dopo che le condizioni delle grandi imprese manifatturiere del secondo trimestre sono aumentate per la prima volta negli ultimi sette trimestri.
Questa mattina, il dollaro è sceso a 144,62 yen dai 144,72 yen di lunedì.
L’euro è sceso a $ 1,0898 da $ 1,0913.